Carlo Scarpa è oggi sinonimo di dettaglio costruttivo accanitamente pensato, di particolare esecutivo trovato nel disegno dopo lungo provare, di conoscenza profonda dei materiali e della modalità con cui possono essere lavorati per esaltarne le specifiche caratteristiche.
Carlo Scarpa aveva 29 anni nel 1935, quando comincia la collaborazione con la falegnameria Capovilla per la realizzazione di una nuova teca porta medaglie per la Biennale d’Arte ai Giardini di Castello.
Fin da quelle prime esperienze l’importanza dei dettagli, dei disegni e dei materiali erano sue caratteristiche, allora ancora embrionali ma che già facevano parte anche del modo di lavorare della nostra falegnameria.
Questa sintonia trovava reciproca soddisfazione nelle realizzazioni e terreno fecondo di crescita reciproca.
Nell’occasione dei lavori da lui progettati e da noi eseguiti, i particolari costruttivi dell’opera venivano sviluppati e tracciati al naturale su un pannello di compensato, un materiale che a Scarpa piaceva come la carta, forse perchè richiedeva l’uso della matita, che aveva sempre in mano.
Questi incontri davano luogo a considerazioni, discussioni e scambi di idee tra tutti i presenti, non ultimi i falegnami esecutori, alla ricerca della soluzione più soddisfacente, del materiale più adatto, magari anche del singolo pezzo di legno e della sua particolare lavorazione e finitura. Da questa consuetudine di rapporti di amicizia di Carlo Scarpa con Carlo nasce nel 1943/44 subito dopo la morte di Augusto, l’incarico per la progettazione e la realizzazione della tomba per la Famiglia Capovilla nel recinto XX° del cimitero veneziano nell’isola di San Michele.
E’ lungo l’elenco dei lavori eseguiti con Carlo Scarpa dal 1935 al 1974; molti sono allestimenti di mostre temporanee, alcuni sono arredi di negozi e abitazioni oggi demoliti; altri appartamenti privati ancor oggi abitati ed altri ancora sono opere esistenti alla Galleria dell’Accademia, al Museo Correr, alla Querini Stampalia, etc etc.
All’inizio degli anni ’70 il suo trasferimento di residenza fuori Venezia contribuisce a diradare gli incontri e le conseguenti occasioni di lavoro.